mercoledì 30 aprile 2025

Il Barocco Leccese come Patrimonio Unesco: Una Proposta Politica per un Successo Collettivo

 Il Barocco leccese, con le sue facciate di pietra dorata che sembrano danzare sotto il sole del Salento, non è solo un’espressione artistica, ma un simbolo di identità, storia e comunità. L’avvio del percorso per il riconoscimento come patrimonio mondiale Unesco, iniziato nel 2023, rappresenta un’opportunità straordinaria per Lecce e la Puglia, ma anche una sfida che richiede visione, coordinamento e innovazione. Come esperto di politiche culturali, propongo una strategia politica concreta per garantire il successo di questa candidatura, trasformando il Barocco leccese in un volano per lo sviluppo culturale, economico e sociale del territorio.

Il Barocco leccese, con capolavori come la Basilica di Santa Croce o Piazza Duomo, è un unicum nel panorama artistico globale. Le parole del presidente della Provincia Stefano Minerva, che lo definisce “un modello attrattivo” per il turismo, e l’impegno storico della sindaca Adriana Poli Bortone, che già negli anni ’90 lavorava per la sua valorizzazione, sottolineano l’importanza di questo patrimonio. Tuttavia, il percorso Unesco è complesso: richiede un dossier impeccabile, un partenariato ampio e una narrazione capace di convincere il comitato internazionale. La convenzione del 2023 tra Regione Puglia, Provincia e Comune di Lecce, con la creazione di una segreteria tecnico-organizzativa, è un primo passo, ma serve un’accelerazione strategica.
Per trasformare l’ambizione in realtà, propongo l’istituzione di un Patto per il Barocco, un framework politico e operativo che coinvolga stakeholder pubblici, privati e della società civile. La proposta si articola in cinque pilastri:
  1. La cabina di regia esistente deve evolversi in un Comitato del Barocco Leccese, con rappresentanti di Regione, Provincia, Comune, università (come Unisalento), associazioni culturali, imprese turistiche e cittadini. Questo comitato avrà il compito di coordinare la redazione del dossier Unesco, garantendo trasparenza e inclusività. Per evitare frammentazioni, suggerisco un modello di governance ispirato al “Patto per la Cultura” di Torino, con incontri trimestrali pubblici e una piattaforma digitale per raccogliere proposte dai cittadini.
  2. Il dossier Unesco non deve limitarsi a descrivere il Barocco come un insieme di monumenti, ma raccontarlo come un’eredità viva. Propongo di coinvolgere intellettuali, artisti e storyteller locali per creare una narrazione che intrecci la storia del Barocco con la cultura immateriale del Salento: dai miti della pietra leccese alle tradizioni artigianali. Collaborazioni con registi o piattaforme come Netflix per documentari sul Barocco potrebbero amplificare la visibilità internazionale, mentre un concorso per giovani creativi (fotografi, scrittori, videomaker) stimolerebbe il coinvolgimento delle nuove generazioni.
  3. Il successo della candidatura dipende dalla capacità di attrarre risorse. Propongo un Fondo per il Barocco, finanziato da contributi pubblici (Regione, Ministero della Cultura) e privati (imprese turistiche, fondazioni bancarie come Fondazione Puglia). Il fondo supporterà restauri, digitalizzazione del patrimonio (es. tour virtuali in 3D) e progetti educativi. Per incentivare i privati, si potrebbero offrire sgravi fiscali o sponsorizzazioni ufficiali nel dossier Unesco, sul modello delle partnership per Matera 2019.
  4. Come suggerito dalla Regione, l’inserimento del Barocco nell’Atlante dei cammini e itinerari culturali è cruciale. Propongo di sviluppare un Cammino del Barocco, un itinerario che colleghi Lecce ad altri centri salentini (Galatina, Nardò, Gallipoli) con tappe nei principali monumenti barocchi. Questo percorso, promuovibile tramite app e guide multilingue, attirerebbe turisti culturali e rafforzerebbe la candidatura dimostrando la diffusione regionale del patrimonio.
  5. La comunità locale deve sentirsi protagonista. Propongo un programma educativo nelle scuole salentine, con laboratori sul Barocco e visite guidate gratuite per studenti. Parallelamente, campagne di comunicazione sui social media, con hashtag come #BaroccoUnesco, coinvolgerebbero i cittadini nella promozione globale. L’Università del Salento potrebbe ospitare un ciclo di conferenze internazionali per posizionare Lecce come hub di studi sul Barocco.
Questa strategia non solo aumenterà le chance di successo della candidatura Unesco, ma genererà benefici duraturi:
  • Cultura: Rafforzamento dell’identità salentina e maggiore consapevolezza del patrimonio.
  • Economia: Incremento del turismo culturale, con ricadute su ospitalità, artigianato e servizi.
  • Sociale: Maggiore coesione comunitaria grazie al coinvolgimento di giovani, associazioni e imprese.
  • Internazionale: Posizionamento della Puglia come leader nella conservazione del patrimonio barocco.
Il principale ostacolo è la complessità burocratica dell’iter Unesco. Per superarlo, il Comitato del Barocco dovrebbe avvalersi di esperti internazionali che hanno già gestito candidature di successo (es. per i Sassi di Matera o le città barocche della Val di Noto). Inoltre, il rischio di conflitti tra enti locali può essere mitigato con una leadership chiara e obiettivi condivisi, monitorati attraverso report pubblici annuali.
Il Barocco leccese non è solo pietra scolpita, ma un racconto di bellezza, resilienza e comunità. Come disse Adriana Poli Bortone, la tutela di questo patrimonio è una missione di lungo corso. Con il Patto per il Barocco, Lecce e la Puglia possono non solo conquistare il riconoscimento Unesco, ma diventare un modello globale di come la cultura possa unire passato e futuro. È il momento di agire, con passione e visione, per lasciare un’eredità che ispiri le generazioni a venire.



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